September 03, 2002

BUDAPEST - In arrivo l'insulina spray, che manderà in pensione aghi e fastidiose iniezioni. Il sogno di milioni di diabetici potrebbe diventare realtà fra 3-4 anni: è in fase avanzata di sperimentazione, infatti, il primo dispositivo elettronico per la somministrazione dell'insulina polmonare, prodotta da Novo Nordisk. Superati gli stadi preliminari, comincia proprio oggi, con la visita del primo paziente arruolato, la fase III, anticamera dell'arrivo sul mercato della nuova insulina. L'annuncio arriva dal Congresso della Società europea di studio sul diabete (Easd), che riunisce a Budapest 10 mila specialisti da tutto il mondo.

"I risultati ottenuti finora - sottolinea Kjeld Hermansen, dell'ospedale universitario di Aarhus, in Danimarca, e coordinatore della ricerca - rappresentano un importante passo avanti nell'eccitante cammino verso l'insulina spray, meta dell'impegno dei ricercatori fin dal 1922, quando un paziente diabetico ricevette la prima iniezione di insulina. E provano che il livello di zuccheri nel sangue può essere tenuto sotto controllo anche con le inalazioni di insulina, una valida e più pratica alternativa alle iniezioni".

I diabetologi sono ormai concordi nel riconoscere che il controllo precoce dei livelli di glucosio nel sangue previene o, comunque, ritarda la comparsa delle complicanze legate a questa malattia e le morti premature. Ma il rifiuto della maggior parte dei pazienti verso i tanti 'buchi' che le iniezioni quotidiane di insulina richiedono, rappresenta una barriera all'inizio di una terapia di questi tipo. Attualmente, infatti, la segue circa il 34 per cento dei malati.

Lo studio multicentrico condotto sulla nuova insulina spray ha arruolato 107 non fumatori con diabete di tipo II, di diversi Paesi, divisi in due gruppi: alcuni inalavano l'insulina polmonare 3 volte al giorno, gli altri si sottoponevano invece alle iniezioni. Tutti ricevevano una dose notturna di insulina basale. A registrare il calo più netto della glicemia sono stati proprio i pazienti che avevano usato lo spray e che hanno sofferto, inoltre, di un minor numero di crisi ipoglicemiche.

Ad aiutare i malati nel respirare la giusta dose di insulina, inserita sotto forma di striscia già pronta, è un controllore elettronico di cui è dotato l'inalatore, una sorta di semaforo: la luce rossa indica un'assunzione troppo rapida, il giallo segnala un'assunzione troppo lenta, mentre il verde garantisce che l'operazione è stata svolta correttamente.

La meningite ora non ha più segreti

Il Centro ricerche Chiron, l'Institute for genomic research e l'Harvard medical school hanno reso nota la sequenza del Dna del batterio causa delle forme neonatali.


SIENA - Il batterio usato per la sequenza è isolato in Italia e fornito dalla dottoressa Graziella Orefici dell'Istituto superiore di sanità. Il genoma che è apparso per la prima volta è il primo di un organismo vivente isolato in Italia. Questa informazione, spiega una nota del Centro di ricerche Chiron, apre la strada verso la realizzazione di un nuovo vaccino. Il GBS rappresenta la principale causa di sepsi, polmoniti e meningiti batteriche nei neonati. La ricerca verrà pubblicata su (Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA).

Lo Streptococcus Agalactiae, nel 25-40% delle donne sane, colonizza il tratto genitale o gastrointestinale pur non provocando malattie, ma può essere causa di infezioni invasive molto pericolose in soggetti a rischio, quali neonati, donne in gravidanza e adulti portatori di malattie croniche.

Guido Grandi, responsabile del reparto di biochimica e biologia molecolare del Chiron: ''la sequenza del genoma rappresenta un importante risultato e una tappa fondamentale nella storia della medicina, e costituisce il punto di partenza per un nuovo traguardo nella prevenzione delle meningiti; partendo dal genoma, sarà infatti possibile giungere alla formulazione di un vaccino innovativo, che si aggiungerà a quelli già esistenti contro le meningiti batteriche''.


Sanità, la cartella clinica non è segreta Fonte: Il Nuovo
Lo dice la Cassazione: diffondere le informazioni contenute in una cartella clinica senza il consenso del paziente non costituisce reato.


ROMA - Diffondere la cartella clinica contenente le informazioni sullo stato di salute di un paziente non costituisce reato né per chi la chiede né per chi la fornisce. La cartella clinica, infatti, ''pur essendo atto attinente a notizie riservate, non costituisce un documento relativo a notizie d'ufficio segrete''. Parola di Cassazione che, con la sentenza 30150, ha respinto il ricorso del pm presso il Tribunale di Trapani che aveva chiesto la condanna per rivelazioni del segreto d'ufficio nei confronti di un incaricato del pubblico servizio dell'ospedale trapanese Sant'Antonio Abate e di un uomo che aveva da lui ottenuto la cartella clinica dell'ex moglie, ricoverata nel nosocomio per problemi psichici.

Giuseppe M. si era appunto rivolto, con successo, ad un addetto presso l'ospedale, Giuseppe S., per avere copia della cartella relativa al periodo di degenza dell' ex moglie Rita. Una
documentazione, ottenuta senza il consenso dell'interessata, ma preziosa per l'ex marito che aveva deciso di produrla nella causa civile di separazione instaurata presso il Tribunale di Marsala. Il caso è finito in Cassazione dopo che il Tribunale di Trapani aveva assolto Giuseppe S. e Giuseppe M. perché ''il fatto non è previsto dalla legge come reato''. Un'assoluzione contro la quale si è opposto in Cassazione il pm che sia per l'incaricato al pubblico servizio che per il marito ha chiesto la condanna per violazione del segreto d'ufficio (previsto dall'art. 326 c.p.)

La Terza sezione penale, però, ha respinto il ricorso del
pubblico ministero. ''La cartella clinica relativa allo stato di
salute -scrive la Terza sezione penale- pur essendo atto attinente a notizie riservate, non costituisce documento relativo a notizie d'ufficio segrete. Invero -sottolinea ancora l'Alta Corte- la cartella clinica, previo consenso dell'interessata o previa autorizzazione dell'autorità amministrativa, poteva essere rilasciata a terzi per finalità legittime previste dall'ordinamento giuridico''. In questo caso, però, non c'era stato alcun consenso. Ma per la Cassazione non sussistono comunque ''gli estremi del reato''.

(


LONDRA

Scoperto gene del labbro leporino Sarà possibile intervenire sui feti


Si deve a un gruppo di scienziati americani e britannici la scoperta di un gene che determina una delle forme più gravi di labbro leporino e palatoschisi, conosciuta come sindrome di Van der Woude. Da circa dieci anni la comunità scientifica era sulle tracce di questo gene, ma il passo decisivo è stato compiuto un anno fa, con l’esame di una coppia di gemelli brasiliani, di cui uno solo affetto dalla malattia. Dal confronto dei loro cromosomi è stato possibile individuare il gene. Un portatore della sindrome di Van der Woude ha il 50% di possibilità di trasmettere il gene al figlio. I risultati dello studio potrebbero, in futuro, permettere un trattamento della malattia mentre il feto si trova ancora nell’utero materno.

August 30, 2002

Potenziare l'immunita' contro il tumore


Potenziare l'immunita' contro il tumore
Per superare le limitazioni del sistema immunitario ed eliminare totalmente le cellule cancerogene si sta cercando di realizzare vaccini contro gli antigeni presenti sulla superfice delle cellule.
L'ingegneria genetica permette di realizzare i vaccini identificando e replicando i geni espressi nelle cellule maligne perche' possano essere validi antigeni per la produzione di anticorpi.
La compagnia Dendreon Corporation (Seattle,WA) ha realizzato piu' di 40 brevetti per isolare e manipolare cellule dentritiche stimolando la risposta immunitaria delle T cell .
Le cellule dendritiche iniziano il processo di riconoscimento e trasformazione degli antigeni estranei che poi verranno passati alle cellule T per essere eliminati.
Nei tumori si ha spesso un'inibizione della maturazi one delle cellule dendri tiche con conseguente danno al processo immunitario.
La compagnia ha creato una nuova tecnica chiamata Antigen Delivery Cassette che permette l'introduzione di sequenze selezionate di un determinato antigene in cellule dendritiche potenziando le loro capacita'di immunizzazione.
Un nuovo vaccino prodotto dalla compagnia permette di trattare con successo i tumori della prostata in fase avanzata potenziando il sistema immunitario del paziente.
Biospace 11 Agosto 2002
I broccoli per stare meglio


I broccoli per stare meglio
Una ricerca condotta dalla John Hopkins School of Medicine ha dimostrato che il sulphorapane,una sostanza presente nei broccoli e nei loro germogli puo' eliminare il batterio Helicobacter pylori in modo drastico.
Questo batterio,presente nello stomaco ,puo'causare infezioni, ulcera e cancro e benche' possa essere combattuto con alte dosi di antibiotici,essendo comune anche in paesi sottosviluppati, richiede grandi investimenti economici e logistici.
Il sulphorane e' in grado di eliminare anche i ceppi del batterio resistente agli antibiotici.
Sembra che il composto agisca attivando enzimi metabolici capaci di detossificare agenti carcinogeni e ridurre i radicali liberi. Non e' ancora chiaro se una dieta a base di broccoli possa avere gli stessi effetti dell'estratto purificato .
Proc.Natl.Acad. Sci. U.S.A. 99,2002

Nuove terapie contro le micrometastasi


Scienziati tedeschi dell'Istitute of Immunology ,Maximilians Universitat (Monaco) in collaborazione con la compagnia Micromet (Monaco,Germania)hanno sviluppato una tecnica per identificare le aberrazioni genetiche in una singola cellula.
Questo potra' permettere di individuare i primi stadi del tumore, quando cellule singole si staccano dalla massa tumorale invadendo altri tessuti all'inizio del processo pre-metastatico.
Poiche' queste cellule sono scarse ,fino ad ora non si poteva diagnosticare questo stadio del tumore in fase iniziale.
I ricercatori hanno controllato cellule micrometastatiche del midollo osseo di pazienti affetti da tumore con una tecnica che determina un quadro di tutti i geni espressi (transcriptoma) durante una singola analisi.
Tramite ibridizzazioni comp arative del genoma fra c ellule dello stesso tessuto si e' controllata la presenza dell'antigene di superfice CD147 che e' coinvolto nei processi di invasione neoplastica.
Questa nuova tecnica potra' permettere alla compagnia Micromet di sviluppare nuovi farmaci per bloccare le cellule micrometastatiche.
Drug Discovery Today vol.7,n.15.Agosto 2002

Le mutue sono una soluzione ?



Una mutua e' essenzialmente uno strumento collettivo di
finanziamento. Gli iscritti versano una quota annuale
e, in caso di necessita', ricevono un rimborso a fronte
delle spese mediche sostenute.
Anche il SSN puo'essere considerato una grande mutua.
I cittadini versano le tasse e lo Stato usa queste risorse
per organizzare una rete di servizi, a cui i cittadini
si rivolgeranno quando sono malati.
Se e' cosi', perche' ne occorrono due ? Secondo il governo
le nuove mutue sono necessarie perche' lo Stato non puo'
permettersi di versare altri soldi al SSN: le risorse
eccedenti devono metterle i cittadini.
Al massimo, lo Stato riconoscera' uno sgravio fiscale
a fronte dei contributi versati alle mutue. Per i
cittadini pero' sempre di loro soldi si tratta, sia che
li diano allo Stato con le tasse o alle mutue sotto forma
di contributi.
Per i detrattori le nuove mutue mettono in moto una
"reazione a catena" da cui potrebbe sortire un maggior
danno per tutti. I cittadini dovrebbero gestire di fatto
due mutue con costi totali praticamente doppi ( quelli del
SSN e quelli del sistema mutualistico). Sopratutto,
crescerebbe l'ineguaglianza sociale, tra chi si puo'
permettere una mutua ricca, ottenendo un servizio
adeguato, e chi non puo' accedere alla Sanita'
integrativa.
Perche' la salute sara' sempre piu' cara


La spesa per la sanita' dipende dal
costo dei fattori di produzione ( il costo del personale,
quello degli strumenti e dei materiali tra cui i farmaci,
i cerotti, gli aghi,i kit diagnostici,il costo dei servizi
tra cui la manutenzione, il lavaggio della biancheria, il
telefono, la luce e via dicendo). I costi dipendono anche
dalle modalita' dell'organizzazione del lavoro, dall'uso del
personale e da varie procedure.
Ma se pure gli sprechi fossero eliminati, come per magia,
dal SSN, la spesa che lo Stato dedica alla sanita',
risulterebbe comunque insufficiente. Questo perche'
il costo della sanita' negli ultimi anni e' cresciuto ed e'
destinato a crescere per effetto dell'invecchiamento e
dell'innovazione tecnica e tecnologica. E' quanto
risulta dall' analisi degli organismi internazionali
e de gli istituti di ricerca piu' accreditati

April 29, 2002

Presto una smart card sanitaria in Lombardia


I risultati della sperimentazione realizzata per ben due anni a Lecco, hanno messo in evidenza i vantaggi potenziali derivanti dall'utilizzo da parte dei cittadini di una smart card sanitaria. Sulla base di questi risultati la Giunta regionale ha deciso di estendere a tutti i cittadini della Regione Lombardia l'utilizzo della smart card.
Il possesso della carta permettera' ai cittadini l'accesso ad una rete integrata di servizi quali: prescrizioni, prenotazioni e refertazioni in tempi rapidi; acceso ad una rete coordinata di medici di famiglia, farmacie e ospedali; controllo della qualita' delle prestazioni erogate; informazione sui dati epidemiologici regionali e sulle aziende sanitarie.
Quando il sistema sara' completato riguardera' oltre 9 milioni di cittadini, 61.000 operatori ospedalieri, 8.300 m edici di famiglia e pediatri e 500 farmacie. La smart card, in sostanza, sara' lo strumento di sintesi e di incontro tra la domanda di prestazioni dei cittadini da una parte e l'offerta di servizi che la Regione puo mettere in campo, dall'altra.
Indagine Censis su federalismo e gradimento del SSN


Il 43.7% degli italiani non vorrebbe affidare alle Regioni l'intera responsabilita' in campo sanitario. mentre il 74.9% teme che con il federalismo si creino in Italia due sistemi sanitari troppo diversi l'uno dall'altro. Il 95.9% infine, ritiene che le Regioni dovrebbero erogare tutte le prestazioni.
Le resistenze al federalismo aumentano scendendo da Nord verso Sud. E' quanto risulta dalla recente indagine del Censis "Le garanzie per la salute tra globalizzazione e localismo" Gli italiani risultano aqssai restii a modificare (o quantomeno a rinunciare) a due principi del SSN : l'universalismo e l'uniformita'.
Gli italiani non hanno cambiato idea anche rispetto al gradimento dei servizi. La medicina di famiglia e la pediatria continuano a riscuotere un maggior gradimento rispetto ad altri servizi e Il 79.2% degli italiani giudica la medicina di famiglia adeguata. E il 70.5% estende questo giudizio alla pediatria di base. Le percentuali scendono al 60-50% nel caso di altri servizi, quali l'assistenza specialistica, quella domiciliare e il day hospital. Per consultare una sintesi della ricerca clicca qui. http://www.censis.it/censis/ricerc.html

Senza formazione scade le licenza professionale


Per il Ministro della Sanita' la formazione obbligatoria del personale e' destianta a diventare prerequisito per l'esercizio della professione. Fino ad oggi, conseguita la laurea e superato l'esame di Stato, si acquisiva una licenza professionale non sottoposta ad alcuna verifica nel tempo.
Il Ministro avrebbe, invece, precisato che i crediti formativi saranno necessari per rinnovare la licenza professionale, per partecipare ai concorsi e per ottenere i nuovi incarichi.
Nell'arco di tre anni si dovranno ottenere 150 crediti definiti dalle aziende sanitarie attraverso corsi di formazione che, purtroppo, non sono stati finora messi a punto in misura adeguata. In base a queste indicazioni dovranno anche essere definiti i criteri di risoluzione e la gestione degli eventuali inadempienti. (ad es. : i medici che tarderanno a conseguire i crediti previsti )
SANITA': NAPOLI - SCIOPERO DELLA FAME PER LA PICCOLA ROSSELLA
Data: 29.04.2002 - 19:38 - NAPOLI

(ANSA) - NAPOLI, 29 APR - I genitori di Rossella, la bimba di due anni in attesa di essere curata con un nuovo farmaco americano contro la 'glicogenosi di tipo 2' da cui e' affetta, hanno cominciato da questa mattina uno sciopero della fame davanti all' ospedale Monaldi. Venerdi' scorso la bambina e' stata nuovamente ricoverata nel reparto di terapia intensiva dove respira adesso con l' aiuto dell' apparecchio ad ossigeno. I genitori, Biagio e Tilde, hanno aperto davanti all' ingresso dell' ospedale uno striscione con la scritta ''Dateci il farmaco per Rossella'' ed esposto cartelli che recano scritto: ''Rossella come te ha diritto alla vita'' e ''Al ministro Sirchia, abbasso la burocrazia''. ''Sappiamo che il farmaco e' ancora in via di sperimentazione - ha detto ai giornalisti la madre della bambina, in lacrime, ma non abbiamo ancora ricevuto nessuna garanzia che Rossella entri nel prossimo gruppo di pazienti, candidati ad utilizzarlo da settembre. Ci hanno fatto un sacco di promesse, ma non abbiamo certezze''. Il farmaco contro la ''glicogenosi di tipo 2'' e' prodotto dalla ''Genzyme Corporation'', del Massachusetts. A settembre dovrebbe partire una nuova fase sperimentale, autorizzata dalla Food and Drug Administration, per un gruppo ristretto di pazienti. Alla vicenda di Rossella nel marzo scorso si interessarono il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino e l' ambasciatore italiano negli Stati Uniti Ferdinando Salleo. (ANSA).

April 20, 2002

SANITA': PSN - DISTURBI MENTALI PER 20% ADULTI E 8% BAMBINI
Data: 20.04.2002 - 16:13 - ROMA

(ANSA) - ROMA, 20 APR - Crescono in tutti i paesi industrializzati i disturbi mentali, con problemi di disabilita' e costi economici e sociali sempre maggiori tanto che, nell'arco di un anno, il 20% circa della popolazione adulta e l'8% dei bambini presenta uno o piu' dei disturbi mentali elencati nella Classificazione internazionale delle Malattie dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'. Parte da questa considerazione la sezione del Piano sanitario nazionale 2002-2004 dedicata alla salute mentale, redatta dal sottosegretario alla Salute, Antonio Guidi che ha appena ricevuto il via libera dal Governo e che sancisce quindi di fatto l'esistenza di una 'emergenza psichiatrica'. Tra i piu' frequenti vi sono i disturbi d'ansia il cui tasso di prevalenza supera il 15%, con un incremento degli attacchi di panico e delle forme ossessivo-compulsive. La depressione nelle sue varie forme cliniche, che colpisce tutte le fasce d'eta', ha un tasso di superiore al 10%. Il tasso di prevalenza delle psicosi schizofreniche, tra i disturbi piu' gravi, e' pari a circa lo 0,5%. Vi e' poi, sottolinea il documento, una ''significativa'' prevalenza dei disturbi della personalita' e dell'alimentazione (anoressia e bulimia), oltre alle demenze senili e alle condizioni di comorbidita' tra disturbi psichiatrici e disturbi da abuso di sostanze e tra disturbi psichiatrici e patologie organiche (con particolare riferimento alle neoplasie, infezione da HIV, malattie degenerative del Snc). Non va infine dimenticato, aggiunge, che il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra gli adolescenti. Per quanto riguarda la tutela della salute mentale in Italia, il Psn parla di ''aree critiche'' e in particolare indica ''la disomogenea distribuzione dei Servizi sul territorio nazionale'', ''la mancanza di un numero adeguato di Strutture residenziali per le condizioni psichiatriche che prevedono una piu' elevata intensita' e durata dell'intervento riabilitativo'', ''la carenza negli organici dei dipartimenti di Salute mentale e di sistemi informativi nazionali e regionali'', ''la presenza di pregiudizi e la scarsa diffusione delle conoscenze scientifiche'' nonche' ''la scarsa attenzione alla prevenzione e ai problemi della salute mentale in eta' evolutiva e nell'eta' 'di confine e alla presenza di disturbi mentali nelle carceri''. Situazioni per le quali richiede a breve, una necessaria pianificazione delle azioni, perseguendo, tra gli obiettivi strategici, la riduzione dei suicidi, delle interruzioni non concordate di trattamento, dei tempi d'attesa, il miglioramento delle conoscenze epidemiologiche (mediante un aumento dei finanziamenti dedicati alla ricerca e l'istituzione di unita' di coordinamento regionali e centrale), la definizione dei parametri per l'accreditamento delle strutture assistenziali per la salute mentale pubbliche e private, con particolare riferimento alle strutture residenziali, la promozione della salute mentale nell'intero ciclo della vita, la cooperazione dei servizi di salute mentale con soggetti non istituzionali, il privato sociale ed imprenditoriale. Infine, conclude il Piano, e' necessario puntare alla promozione dell'informazione e della conoscenza sulle malattie mentali nella popolazione, al fine di realizzare interventi di prevenzione primaria e secondaria (informazione sui disturbi mentali, sui servizi, collegamenti tra le strutture sanitarie, i servizi sociali, le scuole, le associazioni di volontariato ); di incrementare la lotta allo stigma verso la malattia mentale e la promozione di una maggiore solidarieta' nei confronti delle persone affette da disturbi mentali gravi; diffondere e sviluppare la cultura del volontariato, dell'associazionismo e dell'auto-aiuto. (ANSA).

SANITA': SIRCHIA, FEDERALISMO SI' MA ENTRO PRECISO QUADRO
Data: 20.04.2002 - 16:14 - SESTO S.GIOVANNI (MILANO)

(ANSA) - SESTO S.GIOVANNI (MILANO), 20 APR - Ritardo della Sanita' italiana rispetto all' Europa, necessita' di risparmiare attraverso una migliore organizzazione, eliminazione delle liste d'attesa, necessita' di attuare il federalismo entro un preciso quadro di regole nazionali. Sono temi ripresi dal ministro della salute, Girolamo Sirchia, all'inaugurazione del Pronto Soccorso e di nuovi reparti presso l'Ospedale di Sesto San Giovanni. Inaugurazione che l'assessore regionale Carlo Borsani ha voluto dedicare ai morti nella tragedia del grattacielo Pirelli. ''Le liste d'attesa - ha detto il ministro, presenti anche il sindaco di Sesto San Giovanni, Filippo Penati e il direttore generale dell'Azienda ospedaliera, Giuseppe Spata - sono le cose piu' ignobili che possiamo riservare ai cittadini'', i quali ''hanno gia' pagato un servizio che noi non diamo loro''. Proprio per eliminare le liste d'attesa Sirchia ha preso un provvedimento ''accolto - ha detto il ministro rivolto all' assessore Borsani - con qualche mugugno regionale''. ''Pero' le cose si possono fare bene senza spendere di piu', ma solo riorganizzando'', ha aggiunto ricordando il risparmio di mezzo miliardo di lire realizzato nel 2001 dall'Azienda ospedaliera diretta da Spata per lo smaltimento dei rifiuti speciali. Per Sirchia, pero', in Italia c'e' un altro grande problema: ''Alcune regioni - ha detto - sono capaci di fare queste cose e altre purtroppo non lo sono. Questa e' una realta' nazionale, non ci scandalizziamo per questo, bisogna far crescere quelli che non lo sanno fare. Se cosi' non fosse e se il federalismo venisse spinto all'estremo, fino all'autonomia totale delle Regioni, senza una necessita' di verifica e di controllo, ebbene noi avremmo delle situazioni, in Italia, molto inique. Quindi e' giusto che le Regioni si facciano le loro leggi, ma dentro la cornice delle leggi dello Stato, perche' l'Italia e' una e vogliamo che resti una. Non possiamo immaginare di avere 20 stati diversi. In particolare nella scuola, nella sanita' e nella polizia locale che sono i tre ambiti dove l'autonomia regionale e' maggiore''. (ANSA).

April 19, 2002

SANITA':DA 800 MILA OPERATORI VIA A RACCOLTA FIRME SALVA SSN
Data: 19.04.2002 - 15:49 - ROMA
(ANSA) - ROMA, 19 APR - Per la prima volta assieme medici, farmacisti e infermieri, 800 mila operatori sanitari in tutto, si uniscono e danno il via ad una campagna straordinaria di firme per sostenere il diritto alla salute promossa dal comitato nazionale di sostegno e rilancio del servizio sanitario nazionale, con l'obiettivo di lanciare un segnale forte al mondo politico per evitare che la sanita' si divida in 21 parti, tante quante le regioni. A questa iniziativa del comitato hanno aderito l'Anaao Assomed, la Civemp, la Federazione dei collegi Ipasvi, la Fnomceo (la federazione nazionale degli ordini dei medici), la Federfarma (16mila farmacie private), i medici di famiglia della Fimmg, lo Snabi e il Sumai, pronti anche a proclamare forme di protesta piu' dure, fino allo sciopero. La raccolta di firme negli studi, ambulatori, farmacie e ospedali prendera' il via il 22 aprile e si concludera' l'8 giugno. Previste tre manifestazioni a Torino (8 maggio), Roma (22 maggio) e Napoli (30 maggio). Da tutti arriva una rassicurazione: non si tratta di una iniziativa contro la devolution, ma contro le sue storture e contro le misure che progressivamente stanno amplificando le differenze fra regione e regione nel sistema solidaristico della sanita'. ''Vogliamo alzare il lenzuolo e mostrare ai cittadini quello che sta per succedere - ha spiegato Serafino Zucchelli, segretario dell'Anaao-Assomed - ha sbagliato il centro-sinistra e sta sbagliando ancora di piu' il centro-destra, la differenza fra cittadini calabresi e lombardi, in questo modo, e' destinato a crescere in maniera esponenziale''. Una differenza che, secondo il segretario del Sivemp, Aldo Grasselli, puo' rappresentare un pericolo per la salute ma anche per l'economia. ''Nel sistema dei controlli alimentari - ha spiegato il veterinario - non ci possiamo permettere di esporre il 'marchio Italia' al rischio di controlli a macchia di leopardo. Se in una regione dovesse scoppiare una malattia fra gli animali pericolosa per la salute umana, l'economia della Lombardia e dell'Emilia Romagna verrebbe messa in ginocchio''. Anche i medici di famiglia Fimmg alzano gli scudi e ricordano i risultati gia' ottenuti. ''L'Italia viene guardata dal mondo come uno dei sistemi migliori ma - ha concluso Mario Falconi, segretario Fimmg - al di la delle ipocrisie, tutto questo e' messo in discussione''. (ANSA).

CONSIGLIO MINISTRI: SIRCHIA PRESENTA PIANO SANITARIO
Data: 19.04.2002 - 15:49 - ROMA

(ANSA) - ROMA, 19 APR - Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha presentato oggi lo schema del Piano sanitario nazionale per il triennio 2002-2004. Lo rende noto il comunicato di Palazzo Chigi, diffuso al termine del Consiglio dei ministri. Il Piano - si legge nel comunicato - e' stato predisposto sulla base anche delle proposte formulate dalle Regioni e dalle Province autonome, e sara' trasmesso al parere delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ed alle competenti commissioni parlamentari. Il Consiglio, prosegue la nota, ha condiviso il Piano e ne ha autorizzato la sottoposizione ai predetti pareri. Previa relazione del ministro Sirchia, e' stata altresi' approvata una direttiva del presidente del Consiglio per l'indizione della ''Giornata nazionale dell'epilessia' (prima domenica di maggio di ogni anno), ai fini di una corretta ed esauriente informazione all'opinione pubblica sulla prevenzione nel settore a cura delle amministrazioni pubbliche. (ANSA).

April 18, 2002

Nei lattanti, la vescica si svuota nel momento in cui è piena, senza che intervenga la volontà; con il passare del tempo, il bambino impara a controllare lo stimolo, con un vero e proprio processo di apprendimento, che necessita di un certo sviluppo della vescica e del cervello.
In alcuni bambini, questo apprendimento richiede più tempo, il che non ha in sé nulla di anormale fino ai 5-6 anni; se il bambino non smette di fare la pipì a letto a 7 anni, è fortemente consigliabile consultare il medico, onde evitare ripercussioni negative sullo sviluppo psicologico del bambino
Le noci contengono l'acido linoleico,che riduce il livello di colesterolo e contribuisce alla formazione del tessuto nervoso e alla produzione di anticorpi. è un acido grasso del tipo omega-3, in grado di abbassare il livello di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, di combattere la formazione di trombi nei vasi sanguigni e di arrestare i processi infiammatori.
I medici medievali usavano la pratica di "assaggiare le urine" per valutarne l'eventuale sapore dolce. Nel paziente affetto da diabete le urine venivano descritte "dolci come il miele" donde l'epiteto di "mellito" e la definizione che si usa ancora oggi di diabete mellito
I nitrati non arrivano nei cibi soltanto in funzione di conservanti; circa l'80% dei nitrati che assorbiamo vengono dalle verdure che assorbono e accumulano nitrati dai fertilizzanti azotati; temperature elevate e assenza di luce contribuiscono all'accumulo, come anche le caratteristiche della pianta, ad esempio, lattuga, bietole e, in generale, verdura a foglia tendono ad accumulare nitrati. In compenso, le verdure fresche hanno il vantaggio di contenere molti antiossidanti, che si comportano come una specie di antidoto nei confronti dei nitrati.
I nitrati, infine, sono presenti anche nell'acqua di rubinetto e possono dar luogo alla formazione di nitrosammine nell'organismo e, contrariamente alle verdure, ricche di antiossidanti, l'acqua non contiene alcun altro elemento in grado di contrastare gli effetti nocivi delle tossine.
Lo sapevate che

Gli scienziati hanno dovuto ammettere l'esistenza di una specifica condizione pre-morbosa: la meteorolabilità, ovvero, la sensibilità che alcuni individui dimostrano alle variazioni atmosferiche Esistono forme di meteropatie dovute all'azione patogena di certi venti, come la sindrome di Foehn, o al periodo che precede un temporale che in soggetti predisposti, può dare agitazione ed irritabilità oltre ai dolori articolari e alla cefalea.
Dal punto di vista terapeutico va consigliato, soprattutto per i soggetti che hanno già riscontrato disturbi nel cambio di stagione, di adottare per tempo la terapia appropriata, tenendo conto che si tratta di disturbi fastidiosi, ma, in genere, temporanei e poco pericolosi.
MEDICINA: ARRIVA MALESSERE DA RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Data: 17.04.2002 - 11:52 - ROMA

(ANSA) - ROMA, 17 APR - Arriva il malessere da riorganizzazione aziendale: calo del personale e nuovi carichi di lavoro possono avere effetti sulla salute. A segnalare il fenomeno, sulla rivista Psychotherapy and psychosomatics, e' lo studio svedese condotto dall'Institute of Psychosocial Factors of Health di Stoccolma. Studiando i cambiamenti nell'organizzazione del lavoro che si sono verificati in due anni (dal 1995 al 1997) in una piccola realta' come l'ospedale regionale, gli psicologi hanno verificato che la riduzione di circa un quinto del personale avvenuta in quel periodo ha provocato evidenti cambiamenti fisiologici nei colleghi rimasti, con una riduzione delle difese dell'organismo. Si tratta, hanno rilevato gli studiosi, di dati preliminari e basati su un campione ristretto e la mancanza di un gruppo di controllo. ''Tuttavia - hanno rilevato - questi primi risultati dimostrano l'importanza di studiare i cambiamenti fisiologici associati con la ristrutturazione e la riorganizzazione del personale''. In che modo e' stato possibile misurare come la nuova situazione di lavoro si ripercuoteva sulla salute? A un gruppo di 31 infermiere (tra le quali 14 professionali, 11 assistenti e 6 segretarie mediche), sono stati prelevati due campioni di sangue durante una giornata lavorativa nel 1997 (quando ancora non c'erano stati tagli al personale) e ad un anno di distanza, nel 1998, quando il personale lavorativo era stato ridotto. In tutte le infermiere sono stati misurati i cambiamenti nei livelli dell'ormone dello stress, il cortisolo, e nelle concentrazioni delle sostanze coinvolte nei meccanismi di difesa immunitari, come immunoglobina G (IgG), estradiolo, prolattina, solfato deidroepiandrosterone (DHEAS) e apolipoproteine AI e B. Dalle analisi sono risultati cali significativi nelle concentrazioni di IgG, apolipoproteina AI ed estradiolo. Si riducevano inoltre le differenze tra i livelli di cortisolo rilevati alla mattina e al pomeriggio. Non sono stati osservati cambiamenti significativi per prolattina, DHEAS e apolipoproteina B. Secondo i ricercatori i risultati potrebbero indicare una sofferenza delle funzioni protettive e anaboliche nelle infermiere in seguito alla riduzione del personale. L'appiattimento del ritmo circadiano del cortisolo, inoltre, potrebbe essere il segnale di una disfunzione fisiologica associata con i processi adattativi a lungo termine. (ANSA).

SALUTE: CANADA, MEDICI DICONO NO AGLI SPUNTINI DOPO CENA
Data: 18.04.2002 - 12:34 - OTTAWA
(ANSA) - OTTAWA, 17 APR - Le autorita' mediche canadesi considerano le 'visite' al frigorifero per uno snack notturno una vera e propria malattia pericolosa come l'anoressia e la bulimia. I 'malati' ingeriscono dopo cena piu' della meta' delle calorie dell'intera giornata. Si svegliano di notte con i morsi della fame e generalmente finiscono col consumare cibi ricchi in zuccheri e grassi animali. I ricercatori canadesi calcolano che ogni quattro persone obese almeno una soffre di tale forma di desiderio di cibo incontrollabile durante la notte. Il dottor Alan Kaplan del Toronto General Hospital, a capo dell' 'Eating Disorder Program', ritiene che il disturbo sia un aspetto particolare di una piu' complessa anomalia che compromette la qualita' e la regolarita' delle necessarie ore di sonno e che sia connesso con imprevisti e non giustificati cambiamenti di umore. (ANSA).

SANITA':SENATO, COMMISSIONE SI' A DDL SANGUE, PRESTO IN AULA
Data: 18.04.2002 - 12:33 - ROMA

(ANSA) - ROMA, 17 APR - Il disegno di legge sul sangue e gli emoderivati arrivera' in Aula al senato con l'approvazione unanime della commissione Sanita' di palazzo Madama. Questo pomeriggio infatti il testo e' stato messo ai voti in commissione e, se si escludono due emendamenti che verranno presentati in Aula non ci sono stati ostacoli. I due emendamenti riguarderanno la riduzione del tempo per regolarizzare le convenzioni con le aziende produttrici di farmaci emoderivati e l'aumento delle pene per soggetti o aziende che contravvengono alla legge. Il ddl, che dovrebbe rivoluzionare e riordinare tutto il settore del sangue e dei suoi derivati a partire dalla raccolta fino alla lavorazione e alla distribuzione, e' una sorta di legge quadro che da' un'impostazione generale e che pur lasciando autonomia alle Regioni intende garantire l'omogeneita' delle attivita' trasfusionali su territorio nazionale. La nuova regolamentazione vuole rispondere all'esigenza di sicurezza per quanto riguarda il sangue e i suoi derivati, ma anche a quella di coprire il fabbisogno nazionale. Rispetto al testo presentato inizialmente in commissione sono state apportate alcune modifiche. E' scomparsa l'agenzia Nazionale per il sangue inizialmente ipotizzata quale punto di coordinamento e rimangono invece come punti di riferimento quelli attualmente esistenti, l'Istituto Superiore di Sanita' e l'Agenzia per i servizi sanitari regionali. Il ddl e' stato poi snellito da regole troppo definite e, in accordo con le Regioni, si sono date solo direttive generale che poi ogni regione adattera' alle proprie esigenze. Il coordinamento e' garantito dal ministero della Salute.(ANSA).

SANITA': SIRCHIA, MEDICI CHE NON STUDIANO NON LAVORERANNO
Data: 17.04.2002 - 14:46 - CERNOBBIO (COMO) - Chi non studia non lavora. Il Ministro della Salute



(ANSA) - CERNOBBIO (COMO) - Chi non studia non lavora. Il Ministro della Salute, Girolamo Sirchia, fuga cosi' ogni dubbio sul funzionamento dell'Ecm, il sistema di educazione medica continua che riguarda pero' tutto il personale sanitario. In un video messaggio trasmesso durante un incontro nell'ambito del forum sulla sanita' del futuro, il ministro ha spiegato che ''il credito formativo sara' utilizzato per rinnovare la licenza professionale, partecipare a concorsi e ottenere nuovi incarichi''. Sirchia, rivolgendosi attraverso lo schermo ad una affollatissima assemblea di operatori sanitari, ha difeso la scelta della raccolta punti, che obbliga tutti i sanitari, ed in questo caso i medici, a mettere assieme 150 punti in tre anni. ''E' un percorso culturale e pratico - ha ricordato - che riguarda 800 mila persone, i convegni non possono essere l'unico strumento e rimarranno con contenuti scientifici precisi e vincolanti ad obiettivi. E necessario pero' che ogni azienda sanitaria porti la formazione a domicilio del personale usando le nuove tecnologie''. Per Raffaele D'Ari, vice presidente della commissione Ecm, del resto ''la formazione e l'aggiornamento professionale sono il presupposto inscindibile dell'esercizio della professione, un obbligo morale e giuridico degli operatori''. Si tratta di una precisazione importante perche' fino ad oggi non risultava affatto chiaro quali potessero essere le sanzioni che sarebbero ricadute sui medici che non avessero rispettato le nuove regole. Oggi i giovani medici, subito dopo la laurea devono superare l'esame di Stato per poter esercitare la professione. La 'licenza' dura tutta la vita. Ma con il nuovo sistema, entrato in vigore dal primo gennaio di quest'anno (dal primo aprile e' partita la raccolta punti), i medici che non si aggiorneranno si potranno trovare senza autorizzazione. Per ora rimane non chiaro come il sistema 'recuperera' ' i medici pigri, e cioe' se dovranno ripetere l'esame di Stato o se bastera' raggiungere il punteggio previsto. ''Troveremo l'antidoto'' ha detto il presidente della Federazione degli ordini dei medici, Giuseppe del Barone, che pero' rivendica un ruolo piu' marcato nel sistema. (ANSA).

April 12, 2002

Libera professione, nuovo riordino


C'era una volta la "Riforma Bindi". Dopo molte diatribe si era arrivati finalmente al regime dell'esclusivita'. In pratica, i medici avrebbero dovuto lavorare per l'ospedale e svolgere, se lo desideravano, entro i vincoli posti dal "datore di lavoro", una libera professione compatibile con l'attivita' istituzionale e con gli obblighi derivanti dal lavoro dipendente. Per quanto fosse criticabile, la libera professione intramuraria era stata concepita in modo tale da non distogliere il medico dalla "loyalty", ovvero, dalla lealta' e dall'identificazione del medico nei confronti degli obiettivi delle strutture di appartenenza. Ora si ricomincia da capo.
Il rapporto di lavoro - come prevede un disegno di legge preparato dal Ministro - si articolera' in due fattispecie.
Il lavoro a tempo pieno e il lavoro a tempo determinato. Anche i medici che scelgono il tempo determinato potranno ricevere incarichi di dirigenza di strutture ( riservati, invece, dalla Riforma Bindi ai soli medici a tempo pieno).
Scompare cosi' il vero incentivo che avrebbe potuto motivare il medico ad identificare gli obiettivi della sua carriera con quelli della "mission" degli ospedali.
La nuova libera professione


Secondo il nuovo disegno di legge la libera professione si articolera' in tre fattispecie.

1) "Libera professione aziendale": sara' programmata dall'azienda per ridurre le liste d'attesa e per le prestazioni urgenti.
2) "Libera professione aziendale e in strutture convenzionate": sara' volontaria, regolamentata dall'azienda e remunerata secondo tariffe "calmierate".
3)"Libera professione pura": sara' libera, per cosi' dire, in tutti i sensi, in quanto potra' essere svolta negli studi medici, nelle strutture non accreditate e, soprattutto, non sara' "gestita" dall'azienda.

A meno di modificazioni che potrebbero essere apportate in sede di redazione ed approvazione del disegno di legge, se quelle sopra dette sono le disposizioni, le previsioni sono facili: la libera professione viene di fatto incentivata a discdapito dell'attivita' pubblica istituzionale degli ospedali. Che la libera professione aziendale serva a ridurre le liste d'attesa e' vero ma con una precisazione: chi paga ha il diritto ad avere la prestazione senza aspettare.
La formazione obbligatoria non comincia mai ?


Nel mese di aprile vede la fine delle sperimentazioni l'avvio dei programmi di formazione obbligatoria.
Questo, almeno, il programma previsto. Invece, niente da fare: la sperimentazione e' di fatto prorogata fino alla fine dell'anno. La data di partenza sara' il gennaio del 2003. Alla base vi sono problemi reali.
Per allestire programmi di formazione obbligatoria a distanza ( con l'uso delle tecniche di rete) destinati a circa 800.000 addetti, tra cui oltre 100.000 medici ospedalieri, occorre la messa in opera di una vera ed effettiva pluralita' di corsi. Si pensi a quanto varia deve essere l'offerta per soddisfare le decine di specialita' mediche. I corsi, in quanto obbligatori, devono essere accreditati dalla Commissione ministeriale (al primo aprile ne erano stati accreditati solo 265). Come del resto prevedibile, per accreditare un numero adeguato di corsi il lavoro della Commisione ha subito ritardi.

April 07, 2002

La parola d'ordine è smettere di fumare

Anche se non si può dimostrare per la singola persona che il fumo possa causare una malattia tumorale, è altamente probabile che vi sia una correlazione tra il fumo e ad esempio il tumore del polmone, come nel caso di cui si parla in questi giorni e per il quale è stato richiesto un sostanzioso indennizzo economico. Sarebbe come se si mettesse in dubbio che un incidente stradale mortale in una persona che guidava la macchina a 200 km orari, non sia dovuto alla velocità, bensì ad altre fatalità.
Il tabacco è stato dimostrato causare circa 25 malattie potenzialmente mortali, molte delle quali potrebbero essere prevenute, dilazionate o mitigate dallo smettere di fumare. Anche oggi, malattie croniche come le malattie cardiovascolari ed il cancro sono tra le maggiori cause di mortalità sia nei paesi sviluppati che in via di sviluppo. Con l’incremento sostanziale della spettanza di vita, la morbidità e la mortalità causate da malattie croniche associate al tabacco aumenterà ancora ulteriormente. Questa proiezione di malattie correlate al tabacco potrebbe essere mitigata da sforzi intensivi mirati a far smettere di fumare. Diversi studi hanno dimostrato che il 75-80% dei fumatori vuole smettere, mentre un terzo ha almeno tentato più volte. Se soltanto una piccola percentuale degli attuali 1,1 miliardo di fumatori fossero capaci di smettere di fumare, i benefici a lungo termine sulla salute e sull’economia sarebbero immensi. I governi, le organizzazioni sanitarie, le scuole, le famiglie, ed ogni individuo sono chiamati pertanto a cercare di aiutare coloro che oggi fumano a fare in modo che abbandonino il loro comportamento dannoso e notoriamente additivo. Smettere di fumare non è facile in quanto la nicotina è riconosciuta essere un potente additivo. Questa è pertanto una sfida per tutti noi perché solo riducendo drasticamente il numero di fumatori si può ridurre il numero complessivo di morti associate al tabacco nei prossimi due decenni. Oggi vi sono dei metodi che sono in grado di fare smettere di fumare e che sono anche efficaci dal punto di vista costo-beneficio. Esistono delle medicine che rimpiazzano la nicotina come le chewing-gum alla nicotina, gli spray nasali, i cerotti e gli inalanti ed anche medicine non a base di nicotina, come il bupropione, che possono raddoppiare le probabilità di smettere di fumare. Va ricordato infine che vi sono dei benefici reali sulla salute nello smettere di fumare ad ogni età, e coloro che per esempio smettono di fumare tra i 30 ed i 40 anni, hanno una spettanza di vita simile a quelle persone che non hanno mai fumato. Anche per gli anziani comunque è di grande utilità lo smettere soprattutto per i problemi cardiopolmonari associati a questa pratica.

April 06, 2002

Gli steroidi a basso dosaggio possono aumentare il rischio di fratture


I corticosteroidi possono ridurre la densita’ ossea ed aumentare il rischio di fratture.
Questo effetto puo’ anche presentarsi a bassi dosaggi.
Alla cessazione dell’assunzione di questi farmaci, il rischio si riduce.
A maggior rischio sono le donne in menopausa, che stanno assumendo i corticosteroidi per l’artrite reumatoide, per l’asma, e per la malattia intestinale infiammatoria.
Le misure preventive comprendono: 1)impiego del dosaggio efficace il piu’ basso possibile di corticosterodi; 2) cessazione del fumo; 3) controllo dei livelli ematici di vitamina D; 4) assunzione di calcio.
In alcuni soggetti puo’ risultare utile assumere i bifosfonati o gli ormoni sessuali (terapia ormonale sostitutiva), per contrastare la riduzione della densita’ ossea.
Fonte: Medsafe 2002
Novita' nel trattamento dei traumi cranici


La compagnia bio-farmaceutica Pharmos(Rehovot,Israele) sviluppa e commercializza prodotti per il sistema nervoso centrale e per l'oftalmologia.
La compagnia utilizza metodi avanzati che uniscono lo studio della struttura dei farmaci con la chimica e la tecnologia del trasporto farmacologico.
Con l'aiuto della chimica computerizzata, ha prodotto un composto molto simile ai cannabinoidi (mariuana)ma che non ha lo stesso effetto psicotrofico.
I dextrocannabinoidi sono sintetizzati sia come molecola biciclica con proprieta' anti-infiammatorie e neuroprotettive che triciclica.Quest'ultima e'una molecola chiamata dexanabinol di grande importanza per il trattamento delle fratture traumatiche del cranio, per curare infarto, dolore ,Parkinson e problemi neuro-infiammatori.
Il composto deve la sua efficacia ad un meccanismo multiplo perche' agisce come:
-antiossidante
-anti-infiammatorio(inattivando COX-2 e citochinine)
-antagonista di NMDA( impedendo l'afflusso di calcio nelle cellule danneggiate)
Negli esperimenti clinici a cui partecipano piu' di 50 centri medici in 8 Stati europei e con la collaborazione dell' American and European Brain Injury Consortia ,si e' visto che dexanabinol e' capace anche di prevenire l'elevazione della pressione intracraniale in gravi danni traumatici al cervello.
Il mercato potenziale del prodotto in questo campo si aggira su oltre 500 milioni di dollari all'anno.
Profilo genetico per guarire


I ricercatori della Rosetta Inpharmatics (Kirkland,USA) hanno riportato come i chips genetici possano essere usati per determinare l'espressione genetica dei piu' agressivi tipi di tumore del seno.
I microarray sono supporti di vetro o chips con DNA che rappresenta migliaia di geni a cui l'RNA marcato, che viene isolato dalle cellule cancerogene, e' applicato per determinare l'attivita' del gene.
L'esame viene fatto in pazienti con un tumore primario non metastatico e poi confrontato con i risultati genetici di pazienti in cui si e' avuta una diffusione del tumore.
Si sono identificati cosi'marcatori genetici la cui presenza e' indice di un futuro sviluppo della malattia.
Questo potrebbe dare un'indicazione precoce del migliore approccio terapeutico da adottare.
Quasi una su dieci donne in Ingh ilterra e negli Stati Uniti sviluppa questo tipo di tumore,che nel 50% dei casi e' fatale.Una rapida e accurata diagnosi potrebbe migliorare il trattamento e la percentuale di sopravvivenza evitando inutili chemioterapie.
TRENDS in Biotechnology vol.20,Aprile 2002
Molti risultati e poca fatica


Non molti anni fa gli scienziati impiegavano molto tempo per isolare sufficienti quantita' di DNA dai campioni ed analizzare le funzioni di particolari geni.
La tecnologia avanzata del PCR (polymerase chain reaction) sviluppata da K. Mullis della Cetus Corporation ha permesso la replicazione del DNA per incrementare la quantita' di materiale genetico da analizzare.
La compagnie Clontech, Invitrogen Corporation, Promega e Stratagene hanno isolato una forma speciale dell'enzima Taq DNA polymerase usata per PCR ,che impedisce allo stesso enzima di amplificare le sequenze di DNA a temperatura ambiente prima dell'inizio dell'esperimento.
Una delle tecnologie piu' rivoluzionarie e' stata introdotta lo scorso anno dalla compagnia tedesca Amaxa Biosy stems.
Il loro sistema (nucleofector) permette di trasferire materiale genetico non legato a virus all'interno delle cellule primarie con l'impiego di impulsi elettrici che non danneggiano la cellula.
Questa invenzione adottata da Compagnie farmaceutiche ed Istituti di Ricerca offre enormi possibilita' nel campo della farmacogenetica .
Science on-line,Lab & Techn. Trends Marzo 2002
Ancora marcate le differenze regionali


Se e' vero che in Italia il numero di adulti per medico di famiglia e' pari a 1035, alcune Regioni sono ancora molto deficitarie. In Basilicata si scende a 980, in Calabria a 983, in Umbria a 879, mentre in altre Regioni ( Trentino- Alto Adige, Veneto, ecc.) il suddetto rapporto e' piu' elevato. E' probabile che i deficit o i surplus siano compensati in maggiore o minor misura da altri servizi. Resta il fatto, pero', che in taluni casi, l'allontanamento dalla media nazionale, puo' essere la spia di una distribuzione non ottimale del personale. Tale eventualita' non e' senza conseguenze per i cittadini, per i medici e per il SSN. Se il personale e', ad esempio,insufficiente, ne risente la varieta' e l'efficienza dei servizi offerti. Le categorie potrebbero avere, a livello locale, un minor "potere" contrattuale, anche in termini di proposta e di progettualita' organizzativa. La spesa del SSN potrebbe venire "distorta", magari a causa di un dirottamento dei pazienti verso servizi piu' costosi. Insomma, da una scarsa distribuzione delle risorse, tutti possono perdere qualcosa.
In crescita la speranza di vita degli italiani


In soli quattro anni (dal 1994 al 1998),l'eta' media di vita e' passata da 74,2 anni a 75,7. Si vive di piu' di quasi un anno e mezzo. Sono diminuiti del 7%, inoltre, tra il 1995 e il 1998, anche i casi di morte evitabile grazie a un pronto intervento sanitario, o appropriati comportamenti di salute ( Fonte: Prometeo, 2002). Stabilire con esattezza a quali cause specifiche siano da ricondurre questi risultati e' assai difficile. Tra le cause principali: le recenti innovazioni tecnologiche ( nuove strumentazioni di diagnosi,di tecniche cliniche, farmaci,ecc.), il miglioramento delle condizioni socioeconomiche e di stili di vita piu' attenti alla salute, maggiore attenzione dei cittadini al consumo di beni e servizi sanitari e, infine, l'esistenza del SSN. Non bisogna dimenticare, infatti, che per quanto criticata, l'Italia e' tra i paesi che ancora riesce a garantire a tutti i cittadini un'assistenza completa e, soprattutto, un'articolata rete di servizi di medicina di base,tra cui quelli domiciliari e dei medici di famiglia.
Dotazione e utilizzazione dei posti letto


Esistono in Italia -in base ai nuovi dati di Prometeo del 2002- circa 5,09 posti letto per 1000 residenti. il tasso medio di utilizzazione e' del 76.4% e, cioe', su 365 giorni dell'anno, il posto letto viene occupato solo per 278 giorni. Il resto dei giorni, il "posto letto" costa, ma rimane vuoto. Laddove il numero dei posti letto e' relativamente piu' basso, si nota la tendenza del tasso di utilizzazione a crescere. In Piemonte, ad esempio, il tasso dei posti letto è di 4,95 e il tasso di utilizzazione e' di 81.7. Non e', pero', sempre cosi.In Sardegna, ad esempio, il tasso dei posti letto e' di 4,83 ( piu' basso del Piemonte), ma il tasso di utilizzazione e' del 71.4% (piu' basso del Piemonte). Le cause di queste diversita' possono essere molte e, tra queste, quelle riconducibili alla "mobilita' sanitaria" e, cioe', all'abitudine degli abitanti di alcune Regioni di andare a ricoverarsi in altre. Nulla da obiettare sulla "sacrosanta" liberta' dei cittadini di ricoverarsi dove credono. Il punto e' un altro : i posti letto inutilizzati (oltre una certa misura di riserva) costano e se le spese sono improduttive, si riflettono sulla collettivita'.
Ecco l'Italia dei ricoveri


Le recenti elaborazioni delle schede di dimissione dagli ospedali ( Prometeo 2002), rivelano risultati interessanti, per i cittadini, per gli ospedalieri e per il SSN. Sembra che in alcune Regioni ( in ordine decrescente: Molise, Calabria, Abruzzo, Lazio, Puglia e Basilicata) il numero di giorni passati in ospedale da parte di pazienti adulti (per ogni 100 residenti) oscilla tra 61.3 e 57.3. In altre Regioni ( Toscana, Friuli, E.Romagna, Umbria e Piemonte) oscilla, invece, tra 45.7 e 42. In altri termini, i cittadini residenti in Molise ( tasso pari a 61.3), hanno, rispetto a quelli della Toscana (tasso pari a 42),una probabilita' maggiore di "stare piu' a lungo ricoverati" in ospedale. Non e' detto che non vi siano cause a giustificare queste differenze ( una diversa struttura per eta' della popolazione, una diversa incidenza delle malattie,ecc.). Trattandosi, pero', di differenze molto marcate, e' indubbio che siano all'opera anche cause connesse all'organizzazione dei servizi e al trattamento dei malati.
IN CINA IL PRIMO TRAPIANTO AL MONDO DI OVAIE
Per la prima volta al mondo una donna ha
ricevuto il trapianto di un ovaio. L’intervento
è avvenuto in Cina all’ospedale universitario
della provincia di Zhejiang, nella parte orientale
del Paese, il 5 marzo scorso, ma la notizia è
stata data soltanto oggi dal quotidiano China
Daily. Secondo il chirurgo dell’ équipe dell’ospedale
Zheng Wei il trapianto di ovaie rappresenta
una pietra miliare nella chirurgia della riproduzione,
paragonabile ai primi esperimenti di fecondazione
in vitro.
Alla paziente trentaquattrenne erano state asportate
due anni fa le ovaie e le tube di Falloppio per un
tumore: la donna era così andata incontro a una
menopausa precoce e ha cominciato a invecchiare
prematuramente. Si era rivolta allora ai medici
dell’Università di Zhejiang che le hanno prospettato
il trapianto. Si trattava però di trovare una donatrice
e fortunatamente la sorella più giovane, Tang
Yezi, era risultata altamente compatibile.
Per ora l’obiettivo dell’intervento sarebbe quello
di ritardare i disturbi legati a una menopausa
precoce, ma il trapianto di ovaio potrebbe ridare
ad alcune donne anche la possibilità di procreare.
Frameda - La VideoChirurgia Endoscopica Virtuale
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Frameda per la Donna - La VideoChirurgia Endoscopica Virtuale si
occupa delle nuove tecniche di chirurgia endoscopica per la donna
(laparoscopia e isteroscopia).
Presenta l'attività clinica di un gruppo di ginecologi milanesi che
hanno l'obiettivo di risolvere la maggior parte delle patologie
ginecologiche in modo innovativo e con la massima soddisfazione per
la donna. Una ricca galleria di immagini, videoclip, il glossario,
link, news, la storia dell'endoscopia e un'aggiornatissima bibliografia
(Medline) completano il sito
http://www.framedadonna.it/home.asp

WWW.MINISTEROSALUTE.IT
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Il Ministero della Salute informa che è attivo il
nuovo portale del Dicastero www.ministerosalute.it, progettato
come uno strumento di dialogo con i cittadini. Il Ministro, Girolamo
Sirchia, lo ha inaugurato rivolgendosi per la prima volta agli utenti
con un messaggio video, in cui parla di livelli essenziali
d’assistenza, liste d’attesa, sanità pubblica.
http://www.ministerosalute.it
L'impatto del PSN 2002-2004 sui medici ospedalieri


Il Ministro ha di recente presentato i punti principali del nuovo Piano Sanitario Nazionale. Oltre a ribadire che lo sviluppo della politica sanitaria deve avvenire nel quadro dei vincoli europei del patto stabilita' (contenere i costi per non incrementare il deficit)e la devolution ( piu' autonomia ai livelli periferici di governo), Il Ministro fa l'elenco dei problemi da risolvere: i tempi d'attesa,la qualita' delle prestazioni,l'eliminazione degli sprechi, ecc. Per quanto riguarda gli ospedali, il Piano deve perseguire l'obiettivo dello sviluppo dell'ospedalita' a domicilio,il controllo dell'uso delle tecnologie, il potenziamento dei servizi d'emergenza, la riduzione dei posti letto ( arrivare agli standard fissati nel patto di stabilita') e la "trasformazione dei piccoli ospedali in centri per la prevenzione, la riabilitazione, la prima diagnosi e il primo soccorso". Se si aggiunge che sono in corso le trattative per il riordino del personale e per la libera professione, la conclusione e' evidente. Si metta in conto che nel prossimo futuro, la professione del medico ospedaliero e' destinata a cambiare radicalmente in termini di ruolo, lavoro, mobilita', collocazioni e remunerazioni.
Liste d'attesa,un problema nazionale


Non passa giorno e non passa occasione pubblica in cui autorita' ed esperti non segnalino la gravita' della questione delle liste d'attesa. L'attesa, come e' noto, puo' avere molte cause. Puo' dipendere da una cattiva organizzazione del servizio, oppure dalla mancanza di personale o apparecchiature. Puo' anche essere l'effetto di quello che gli economisti chiamano " comportamenti opportunistici", ovvero, comportamenti professionali che in un modo o nell'altro generano l'attesa e, quindi, la ricerca da parte degli utenti ( che non vogliono o non possono attendere a lungo) dei servizi a pagamento. Il fenomeno delle "liste d'attesa" e' tipico dei sistemi sanitari a dominanza pubblica. E' assai forte, ad esempio, nel SSN inglese, mentre e' minore nei sistemi ove domina il "mercato". "Mercato", ovviamente, non significa solo "privato", ma anche competizione e concorrenza nella gestione dei servizi e del personale.Ove c'e' piu' mercato, cosi' sembra,c'e' piu' efficienza. Ma c'e' anche minore uguaglianza. Ed allora che fare ? Gira e rigira si torna all'origine. Se non migliora il rapporto tra medici e strutture sanitarie, difficilmente si faranno passi in avanti.

March 20, 2002

La formazione dell'Accademia Nazionale di Medicina


E' stata appena pubblicata la brochure 2002 dell'Accademia Nazionale di Medicina ( www.accmed.net). E' un'utile lettura, sia per i medici che per i cittadini. Oltre ad veicolare notizie sull'Accademia, comunicare funzioni e programmi,la pubblicazione illustra i contenuti delle attivita' formative suddivise per specialita' (anatomia, chirurgia, genetica, nefrologia, neurologia, ecc.). Alcune programmi sono poi indirizzati a materie e discipline non cliniche che oggi sono invece assai richieste dal mondo dei professionisti ( diritto sanitario, sanita' pubblica, scienze sociali, management, ecc.). Interessanti soprattutto quei moduli formativi che trattano temi di estrema attualita' come il federalismo ( in Italia, in Europa e nel mondo) e la razionalizzazione della rete ospedaliera. Sui temi del management, infine, e' possibile trovare nel sito una sezione specialistica, che non solo offre informazioni ma permette anche di effettuare alcuni test di verifica. Un utile esercizio per i medici ed una curiosita' non inutile per gli utenti che potranno conoscere meglio cosa sta succedendo nel mondo della Sanita'.
Aziende ospedaliere come imprese di servizi: ecco le novita'


E' ormai un decennio (dal d.l. 502\92) che il complesso delle disposizioni legislative emanate ha introdotto le premesse per trasformare gli ospedali in aziende. Fino a poco tempo fa,per "azienda" si intendeva autonomia gestionale, organizzazione efficiente, parita' di bilancio e via dicendo. Attraverso la traformazione degli ospedali ( per il momento solo di alcuni) in fondazioni affidate in gestione a privati, si e' fatto un passo avanti. Non si tratta piu' di dare agli ospedali un assetto per garantire un funzionamento efficiente, ma di trasformare le strutture in vere e proprie imprese (la novita' e' ben colta in un recente articolo del il Sole 24 Ore del 13 marzo). V'e' un qualche pericolo in questa evoluzione ? Si e no. Dipende ovviamente da come il cambiamento verra' operato . Un ospedale che dovesse chiudere un reparto perche' divenuto antieconomico sarebbe coerente con i razionali economici ma potrebbe danneggiare i pazienti, costretti magari a ricoverarsi in un ospedale distante 200 kilometri.

L'ospedale si sceglie in rete


Cambiano le tecnologie, cambia il sistema e cambiano i comportamenti. Ieri, i pazienti che dovevano ricoverarsi, chiedevano consigli ai medici e per lo piu' sceglievano l'ospedale vicino casa. I dati segnalano ormai da alcuni anni che la "mobilita' per i ricoveri" e' in crescita. Si parte dal Sud per andare al Nord, soprattutto, ma anche chi risiede nelle aree dotate di ospedali va alla ricerca di strutture rinomate dove operano medici di fama. I processi di scelta sono destinati a evolvere. Sono ormai molte le guide ( pubblicate dagli Enti locali, da associazioni professionali e da agenzie private) che aiutano gli utenti a selezionare le strutture di ricovero. L'ultima della serie ( la guida degli ospedali pubblicata da "Il pensiero scientifico") e' davvero interessante. Riporta gli indirizzi internet dei maggiori ospedali americani ed italiani specializzati nel trattamento di alcune malattie. Entrando nei siti degli ospedali, poi,si e' grado di visionare e scaricare numerose informazioni. I medici dovranno presto abituarsi a trattare con utenti informati, esigenti e piu' esperti nel valutare le cure.

March 19, 2002

Medici e Sanita' pubblica piacciono agli Italiani


Su "Famiglia Cristiana" e' apparso un sondaggio basato su un campione di 800 intervistati. Il tema e': cosa pensano gli italiani ella Sanita' . Questi i risultati : in caso di bisogno ( e, cioe', se si ha un problema di salute), ben il 70.4% degli italiani si rivolge al settore della cosiddetta "medicina tradizionale" in maniera esclusiva ( e non alla medicina alternativa); il 94.3% degli italiani, se ha problemi di salute, prende informazioni dal medico di famiglia ( il 4.4% anche dal farmacista); quasi il 50% ritiene che sia "soprattutto il settore pubblico" il piu' affidabile. Iinfine, l'88% degli italiani ritiene che il Governo debba investire di piu' nel sistema pubblico.I risultati sono coerenti con quelli di analoghi precedenti sondaggi sia in Italia che all'estero. Nonostante le critiche e, talvolta, i disagi subiti dai cittadini per le inefficienze e le attese del servizio pubblico, sembra che gli italiani (come del resto i cittadini europei) siano convinti che una sanita' pubblica completa riesce in ultima analisi a garantire di piu' di un sistema sanitario organizzato su base assicurativa. Ove le assicurazioni prevalgono, infatti, i "premi" sono di gran lunga superiori ai costi della sanita' pubblica.

March 16, 2002

Tossicita' polmonare per l'antiaritmico Amiodarone


L'Amiodarone (Amiodar, Cordarone) e' un farmaco antiaritmico, caratterizzato da una lunga emivita (giorni, mesi).
Sull'Australian Adverse Drug Reactions Bulletin del mese di febbraio 2002 e' comparso un "warning" riguardo ai rischi di tossicita' polmonare prodotti dall'Amiodarone.
Nel corso del 2000, l'ADRAC ha ricevuto 61 report di reazioni avverse associate all'Amiodarone, che sono salite a 74 nel 2001, tra cui 5 segnalazioni di morte.
L'Amiodarone puo' causare tossicita' polmonare ad esordio insidioso. In alcuni casi e' stata anche osservata fibrosi irreversibile.
L'ADRAC ha consigliato di utilizzare il dosaggio efficace piu' basso di Amiodarone e di avvertire i pazienti di segnalare la comparsa di dispnea e/o tosse non produttiva.
L'Amiodarone, inoltre puo' causare epatotossicita' con possibile insorgenza di cirrosi ed insufficienza epatica.
A livello cardiaco l'Amiodarone puo' rallentare il ritmo cardiaco, provocando bradicardia.
Comuni sono le reazioni cutanee con fotosensibilita', e colorazione bluastra della pelle.
Per il suo contenuto di iodio , il farmaco puo' anche essere causa di ipo- o ipertiroidismo.

ADRAC Bulletin , February 2002
L'MRI puo' individuare i primi segni della sclerosi multipla


L'MRI cerebrale puo' individuare i segni precoci della sclerosi multipla.
La ricerca e' stata eseguita all'Institute of Neurology di Londra (1).
Se le conclusioni di questo studio fossero confermate si aprirebbe la prospettiva di una diagnosi precoce della malattia, con riflessi sull'efficacia terapeutica e sulla sopravvivenza.
L'esame compiuto su 71 volontari, sospettati di essere affetti da sclerosi multipla, ha dimostrato che l'88% delle 55 persone con anomalie all'MRI cerebrale, hanno successivamente sviluppato la malattia.
Delle rimanenti 21 persone, il cui esame MRI era risultato normale, solo il 19% si e' ammalato.
In un altro studio (2) e' emerso all'esame autoptico, compiuto su 10 pazienti, che il cervello delle persone colpite da sclerosi multipla continuava a produrre cellule sane nel tentativo di rimpiazzare quelle distrutte dalla malattia. Questa scoperta fa intravedere un possibile intervento terapeutico atto a favorire il ricambio cellulare nei pazienti con sclerosi multipla, anche in fase avanzata.

Fonti:
Brex PA et al, N Engl J Med 2002; 346: 158 – 164
Chang A et al, N Engl J Med 2002 ; 346 : 165-173
Utilita' degli antagonisti dei recettori dei leucotrieni nell'asma persistente?


Nel trattamento dell'asma persistente trovano impiego i corticosteroidi per via inalatoria e gli agonisti beta-2.
Il ruolo terapeutico degli antagonisti dei recettori dei leucotrieni non e' ancora ben definito.
I leucotrieni sono mediatori dell'infiammazione, secreti dagli eosinofili e dai mastociti.
I leucotrieni, ma soprattutto i cisteinil-leucotrieni possono causare broncocostrizione ed aumento delle secrezioni mucose e della permeabilita' vascolare.
Uno studio ha verificato l'utilita' di questi farmaci in 110 pazienti con asma persistente, che gia' assumevano corticosteroidi.
Di questi 110 pazienti, il 56% ha continuato ad assumere Montelukast (Singulair), un antileucotrienico, per 1 anno.
Confrontando i pazienti che avevano assunto Montelukast e quelli che invece avevano interrotto la terapia con questo farmaco non e' emersa alcuna differenza d'efficacia (riduzione dell'impiego dei corticosteroidi).
La conclusione a cui sono giunti i Ricercatori della Divisione di Allergia, Asma, ed Immunologia, della Scripps Clinic di La Jolla (Usa) e' che il Montelukast presenta un'utilita' marginale nel trattamento dei pazienti adulti con asma persistente, farmacologicamente controllata.

Mathison DA , Koziol JA, Chest 2002; 121: 334-347
Radio a..DNA


I ricercatori del MIT (Cambridge,MA,USA) hanno dimostrato che si puo'comunicare col DNA usando le onde radio.
Con le molecole radio-controllate , si potranno un giorno realizzare strumenti composti da singoli atomi o singole molecole che riescono ad attivare o disattivare i geni e contollare le funzioni biomolecolari.
I ricercatori hanno legato antenne con radiofrequenza nanoscopica al DNA e sono stati in grado di trasmettere segnali elettromagnetici alle molecole provocando la denaturazione della doppia elica ibridizzata del DNA.
Il processo e' reversibile e sembra che non influenzi le molecole vicine.
Puo' essere perfezionato e poter controllare espressione proteica,formazione di biomolecole ed enzimi.
Inoltre sistemi complessi di biomolecole possono essere attivati o disattivati a seconda dell'ampiezza e frequenza dei segnali elettromagnetici che vengono ricevuti.
TRENDS in Biotechnology,vol.20 Marzo 2002
Combattiamo il tumore in modo naturale


La compagnia biofarmaceutica Micromet (Monaco,Germania) e' considerata fra le 10 piu' promettenti ed innovative compagnie start-up dell'anno 2001.
Micromet progetta e sviluppa anticorpi capaci di eliminare selettivamente le cellule patogene che causano tumore, infiammazioni e malattie autoimmuni.
I loro farmaci chiamati BiTE (Bispecific T cell engagers) sono molecole bivalenti che da una parte legano la cellula bersaglio e dall'altra la cellula T,una cellula "killer" che appartiene al sistema immunitario del paziente .
Una volta che avviene questa interazione,BiTE induce la cellula T ad eliminare in modo veloce e selettivo la cellula bersaglio senza colpire le cellule sane.
Con questo principio e' stato realizzato un nuovo farmaco chiamato MT103, specifico contro il linfoma B.
Si attendono ora i risultati delle sperimentazioni cliniche.
Grazie alla sua efficacia le dosi da impiegare sono minime e questo rende il prodotto economicamente a portata di tutti.
Drug Discovery Today,7 (5) Marzo 2002
Le Regioni cominciano ad applicare il decreto sui LEA


Le Regioni stanno inziando a recepire le disposizioni sui livelli essenziali di assistenza. Entro giugno tutte le Regioni dovranno ottemperare i loro obblighi in materia. Non e' da escludersi che si crei in alcuni settori un po' di incertezza e di confusione. Va detto, in primo luogo, che le Regioni potranno, se lo vorranno, continuare a dare prestazioni escluse ricorrendo a risorse proprie. Lo Stato, infatti, non le paghera' piu'. Un po' di confusione potrebbe generarsi relativamente ad alcune prestazioni erogate dai medici di famiglia.I certificati di idoneita' alla pratica sportiva, infatti, gia' oggi sono a pagamento. Non sono a pagamento, invece, le prestazioni diagnostiche richieste dal medico di famiglia per rilasciare il certificato. Proprio per evitare queste situazioni, il Ministro ha scritto una circolare alle Regioni per dare istruzioni sulle modalita' di applicazione delle prestazioni escluse.
La tecnologia per le cure a domicilio


In Italia sono oltre 12 milioni gli individue al di sopra dei 60 anni. Il 4.5% di costoro,sono affetti da stati patologici plurimi cronicizzati. E' a questo segmento di utenza,peraltro,in crescita a seguito dell'invecchiamento della popolazione, che sono indirizzate le cure domiciliari. Recenti sviluppi hanno evidenziato l'efficacia delle applicazioni di telematica domestica per l'organizzazione dei servizi di assistenza domiciliare. Gli anziani e le persone in stato di bisogno vengono messe in rete attraverso una centrale di "telemedicina". In caso di necessita', e' la "centrale" che individua i servizi necessari e gli operatori incaricati di recarsi a domicilio. Per non sovrapporsi con i servizi pubblici del distretto, e elevare i costi complessivi del servizio le reti telematiche dovrebbero coinvolgere anche i medici di famiglia.
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Le Regioni cominciano ad applicare il decreto sui LEA


Le Regioni stanno inziando a recepire le disposizioni sui livelli essenziali di assistenza. Entro giugno tutte le Regioni dovranno ottemperare i loro obblighi in materia. Non e' da escludersi che si crei in alcuni settori un po' di incertezza e di confusione. Va detto, in primo luogo, che le Regioni potranno, se lo vorranno, continuare a dare prestazioni escluse ricorrendo a risorse proprie. Lo Stato, infatti, non le paghera' piu'. Un po' di confusione potrebbe generarsi relativamente ad alcune prestazioni erogate dai medici di famiglia.I certificati di idoneita' alla pratica sportiva, infatti, gia' oggi sono a pagamento. Non sono a pagamento, invece, le prestazioni diagnostiche richieste dal medico di famiglia per rilasciare il certificato. Proprio per evitare queste situazioni, il Ministro ha scritto una circolare alle Regioni per dare istruzioni sulle modalita' di applicazione delle prestazioni escluse.
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Novita' sui corsi di formazione per i medici di famiglia


Sulla base delle norme europee, i medici laureati dopo il 1994 debbono obbligatoriamente seguire un biennio formativo obbligatorio in medicina generale per accedere alla professione di medico di famiglia. In applicazione della legge 401\2000, la Regione Umbria e' la prima Regione che ha deliberato di ammettere a questo tipo di corsi di formazione anche i medici che risultassero in sopranumero. Non e' da escludere che altre Regioni seguiranno questa strada. La questione e' tuttavia assai complessa. Si inquadra, infatti, nei nuovi orientamenti in materia di "programmazione della manodopera" che hanno cominciato ad interessare anche altre categorie mediche ed, in particolare, gli specialisti. Potranno, infatti, entrare nelle scuole di specializzazione, solo un numero di medici corrispondente alle previsoni di fabbisogno. Si sta profilando all'orizzonte un fatto veramente nuovo. In futuro, l'accesso alla professione medica, sia essa quella dei medici di famiglia che quella degli specialisti,non sara', per cosi' dire, piu' libero, ma vincolato a specifiche procedure di formazione e a numeri programmati.

March 11, 2002

Tromboflebiti nei viaggiatori aerei

Recentemente i mass media hanno evidenziato il rischio che corrono coloro che effettuano lunghi viaggi, soprattutto in aereo, in posizione seduta per molte ore con possibile sviluppo di tromboflebiti di esito potenzialmente assai grave. Non è stata però mai esaminata l'effettiva frequenza di tale complicazione, anche se le premesse teoriche (posizione seduta, sedentarietà, compressione sui vasi delle gambe) siano convincenti.

Alcuni ricercatori inglesi hanno voluto esaminare la frequenza effettiva di questa complicazione e l'eventuale differenza che venisse rilevata con l'uso preventivo di calze elastiche.

Sono stati perciò seguiti oltre 220 passeggeri di età superiore ai 50 anni, non affetti da flebopatie o altre patologie importanti, che avessero un programma di viaggio aereo superiore alle otto ore.

I pazienti sono stati divisi in due gruppi e uno dei gruppi ha indossato un set di calze elastiche come profilassi di complicazioni flebitiche. I soggetti venivano esaminati alla fine del viaggio mediante un doppler vascolare.

È stato dimostrato come nelle persone che non portavano calze elastiche si sia rilevata una presenza di trombosi venosa nella percentuale del 10% circa. Nel gruppo invece che indossava calze elastiche a scopo profilattico, sono stati diagnosticati soltanto 4 episodi di tromboflebite superficiale.

I ricercatori concludono che questa complicazione è pertanto più frequente di quanto possa apparire comunemente e può essere efficacemente prevenuta mediante l'utilizzo profilattico di calze elastiche durante il volo.

(Lancet 2001;357:1485-89)

Eradicazione dell'Helicobacter Pylori: nuova quadruplice terapia

Un nuovo quadruplice regime terapeutico di breve durata sembra essere efficace, ben tollerato e valida alternativa alla triplice terapia standard contro l'H.P.

Ricercatori tedeschi hanno studiato il nuovo protocollo terapeutico su 243 pazienti H.P. positivi.I pazienti sono stati assegnati in maniera randomizzata a seconda di età, sesso, abitudine al fumo e diagnosi ad uno dei seguenti tre regimi terapeutici: 5 giorni di trattamento con lansoprazolo e tre antibiotici, 5 giorni con tre antibiotici e ranetidina, e tre giorni di lansoprazolo e antibiotici con due giorni di pretrattamento con lansoprazolo. I tre antibiotici usati in tutti e tre i regimi furono: amoxicillina 1 gr b.i.d.; claritromicina 250 b.i.d.;metronidazolo 400 mg b.i.d.).Il lansoprazolo fu somministrato a 30 mg b.i.d. e la ranetidina a 300 mg b.i.d.

234 pazienti completarono lo studio. La eradicazione batterica fu raggiunta nell'86.4 percento.La percentuale di eradicazione non fu significativamente differente in nessuno dei tre gruppi di trattamento. L'analisi di regressione ha mostrato che l'insuccesso nella eradicazione era associato con: età inferiore di 55 anni, storia di ulcera peptica, fumo, resistenza al metronidazolo, basse concentrazioni sieriche di ranetidina. E citotossine associate al gene A negativo nell'ulcera peptica.

Questa nuova quadruplice terapia è efficace, ben tollerato e " cost saving" secondo gli autori e potrebbe diventare il trattamento di scelta per i pazienti ultra cinquantacinquenni senza storia di ulcera peptica.

Archives of Internal Medicine 2002;162 (2):153-160

Nuove prospettive nel trattamento della Fibrillazione Atriale

I maggiori esperti in fibrillazione atriale si sono riuniti a Boston il 18-19 gennaio 2002 al Seventh International Atrial Fibrillation Symposium per discutere i progressi nel trattamento della FA.

Una novità fondamentale è arrivata dal gruppo di ricercatori di Bordeaux che ha scoperto come il "trigger" della F.A. abbia inizio a livello delle vene polmonari e come la disconnessione segmentale o circolare di queste vene dalla giunzione atriale rappresenti una cura efficace per la F.A.

Pierre Jais di Bordeaux ha descritto i risultati più recenti ottenuti in un gruppo di pazienti selezionati affetti da Fibrillazione Atriale Parossistica. In questi pazienti si è ottenuta una percentuale di successo pari al 90 % con l'isolamento delle vene polmonari mediante catetere anche se con trattamenti ripetuti. In accordo con quanto riportato da Jais i pazienti con FA cronica traggono minor beneficio da questa nuova tecnica essendo necessari sia una ablazione più estesa che l'inserimento di linee multiple di blocco.

I trattamento chirurgico della F.A. attualmente è considerato solo in aggiunta alle procedure chirurgiche attuate per pazienti mitralici o coronaropatici. Nondimeno la grande esperienza accumulata con la tecnica di Maze ha fornito una enorme mole di informazioni per l'uso delle tecniche di ablazione. La tecnica di Maze fu disegnata per escludere ogni possibile macro circuito di rientro responsabile della F.A. Fino ad un passato recentissimo questa tecnica richiedeva una serie di vaste incisioni atriali, attualmente la tecnica criochirurgica si è rivelata altrettanto efficace e meno impegnativa.

C'è ancora molto da discutere in merito ai nuovi farmaci (dofetilide, azimilide, e dronedarone ),e ai nuovi pace-maker con algoritmo capace di diagnosticare e trattare le aritmie atriali e alle tecniche di ablazione.

A dispetto della mancanza di trials specifici gli esperti riuniti a convegno hanno raggiunto un "consensus" basato sul fatto che la possibilità di applicare gli attuali trattamenti in maniera mirata al singolo paziente possa notevolmente migliorare la qualità della vita del paziente stesso.

Molti degli oratori intervenuti hanno, per esempio, affermato che l'isolamento delle vene polmonari è efficace e raccomandato in centri specializzati.È stato anche più volte sottolineato che trials prospettici sono auspicabili per definire lo spazio di questa tecnica chirurgica nella terapia di routine.

Ovviamente il fattore limitante l'applicazione routinaria di questa tecnica sembra essere l'alto costo

E la disponibilità di staff dedicati.

The Lancet. Vol 359. February 2, 2002
Nuova infezione virale da controllare in gravidanza

Alcuni ricercatori di Stoccolma,, hanno voluto analizzare i dati relativi alle morti intrauterine o alle interruzioni di gravidanza spontanee e volontarie, che sono avvenute a Stoccolma dal '98 al '99.

I dati venivano raccolti in tre grandi ospedali di tale città, allo scopo di valutare se esistessero rischi di morte intrauterina oltre a quelli comunemente monitorati durante la gravidanza.

Lo studio, comprendente l'esame del tessuto placentale e del tessuto fetale, rivelava in particolare come fosse assai frequente l'infezione da parvovirus B19. La differenza era statisticamente molto importante in quanto la presenza di questo virus veniva scoperta in quasi il 20% delle gravidanze non a termine, mentre risultava totalmente assente in un gruppo di controllo di gravidanze normali a termine.

I ricercato hanno rilevato come appunto l'infezione da parvovirus B19, durante il secondo trimestre di gravidanza, comportasse un elevato rischio di morte intrauterina. Questo rischio era ulteriormente accresciuto qualora esistesse un' idrope fetale.

I ricercatori propongono quindi di inserire nella routine di esami di monitoraggio della gravidanza anche la determinazione degli indici di infezione fetale da parvovirus B19.

(Lancet 2001;357:1494-97)

Le benzodiazepine aumentano il rischio di cadute negli anziani

Un recente studio americano ha confermato l'esistenza di una effettiva associazione tra benzodiazepine e caduta con frattura dell'anca nell'anziano. I ricercatori hanno evidenziato una differenza tra farmaci ad azione rapida e benzodiazepine ad azione lenta. I farmaci ad azione rapida sono risultati essere molto più pericolosi rispetto ai secondi. È stato osservato come tutti i dosaggi di benzodiazepine uguali o superiori ai 3 mg/die aumentino il rischio di frattura dell'anca di circa il 50%. Questo incremento si riscontra durante le due settimane iniziali di trattamento e dopo un mese di uso continuato, con una diminuzione transitoria tra le seconda e la quarta settimana di terapia.

Per spiegare questa curva bimodale legata alla durata d'uso di questi farmaci gli autori hanno ipotizzato che dapprima prevalgano gli effetti negativi "acuti", che poi insorga rapidamente (dopo circa due settimane) una tolleranza degli effetti acuti; solo in un secondo tempo (4 o più settimane) sviluppa una serie di disturbi diversi, da "accumulo", consistenti soprattutto in deficit motori e cognitivi cronici tali da predisporre il paziente anziano alla caduta e a perdita di equilibrio. Queste differenze di incidenza sono evidentemente collegate ai due meccanismi suggeriti prima.

(AM. Journal Psychiatry 2001;158:892-898)

Immunoterapia della psoriasi dalla casualità ad una maggiore selettività

L'inizio del nuovo millennio ha visto un consistente numero di compagnie farmaceutiche impegnate a sviluppare terapie sistemiche per la psoriasi. Le compagnie farmaceutiche hanno concentrato la loro attenzione sulle T-cells e sulle citochine come possibili bersagli.

Questo comportamento è la logica conseguenza delle osservazioni già compiute in maniera casuale circa 20 anni fa.Prima del 1980 molti dermatologici consideravano la psoriasi essenzialmente come una malattia dovuta alla iperproliferazione dei cheratinociti e tutti i suoi connotati infiammatori come fenomeni secondari. La scoperta casuale avvenne con l'uso della ciclosporina,un agente immunosoppressore la cui azione è relativamente specifica per i T linfociti. Durante gli studi iniziali sull'uso della ciclosporina nel trattamento dell'artrite fu osservato che i pazienti con psoriasi mostravano una rapida risoluzione delle lesini cutanee.
Gli anni 80 e 90 videro la ciclosporina come chiave del trattamento per via sistemica della psoriasi, e furono compiuti enormi passi avanti nella comprensione del meccanismo immunologico responsabile della psoriasi.
Lavori basilari di immunologia dimostrarono l'efficacia anche di altri farmaci con specifica azione sull T-cell come anticorpi monoclonali contro i CD4 e una tossina derivata dalla interleuchina -2.

Recentemente sono stati pubblicati studi che riportano l'uso di trattamenti immunitari selettivi per la psoriasi. Questo nuovo approccio terapeutico può essere grossolanamente diviso in due grossi rami: da una parte l'uso di farmaci che inibiscono le T-Cell e dall'altra i modulatori delle citochine.

C'è un certo parallelismo tra queste strategie terapeutiche e quelle già in uso per l'artrite reumatoide e il morbo di Crohn.

Pur non essendo ancora stato identificato alcun autoantigene nella psoriasi esistono abbastanza evidenze per considerare la malattia come un processo autoimmune, sfortunatamente la mancanza di un modello animale per la psoriasi riduce la possibilità di testare rapidamente l'eventuale efficacia delle nuove terapie.

Due delle nuove terapie immunologiche della psoriasi si basano sull'inibizione dei T linfociti per mezzo di anticorpi contro i recettori CD25 dei T linfociti e sull'inibizione delle molecole "costimolanti " che mediano il legame tra T linfociti e "antigen presenting -cells ".

Gli anticorpi usati includono un anticorpo monoclonale umanizzato ( hu1124;efaluzimab) diretto contro il CD11a, un componente dell'antigene1 associato alla funzione linfocitaria (LFA-1).Kim Papp e colleghi trattando con efaluzimab per via endovenosa una volta a settimana per 8 settimane 75 casi hanno riportato un 25% di successi nelle forme moderate e severe di psoriasi senza effetti collaterali e senza riduzione del numero dei linfociti circolanti nel breve periodo.

L'altra nuova terapia è esemplificata dall'alefacept.

L'alefacept,una proteina di fusione di IgG1 e LFA-3, inibisce l'attivazione dei T linfociti bloccando il legame del LFA-3 con il recettore CD2 e riduce il numero delle cellule effettrici della memoria CD45RO+T cells inducendo apoptosi mediata dai linfociti NK.

Charles Ellis et al. Hanno rilevato una percentuale di remissione pari al 35% dei casi trattati nei pazienti con psoriasi severa e moderata e una percentuale di miglioramenti clinici valutabile intorno al 75%, somministrando alefacept per via endovenosa una volta a settimana per 12 settimane.L'alefacept sembra essere sicuro nel breve periodo.

L'altra strategia terapeutica consiste nella modulazione delle citochine, sia in via diretta bloccando le citochine infiammatorie come il TNF-alfa, sia in maniera indiretta modificano il profilo delle citochine all'interno della placca psoriasica.

L'Etanercept è anch'esso efficace per il trattamento della psoriasi ma forse meno dell'Infliximab Altre anticitochine attualmente in studio sono l'anti- interleuchina 8 e l'anti- interferone gamma.

La Psoriasi viene classificata come una malattia Th-1 citochine mediata perché la placca psoriasica contiene prevalentemente Th-1 citochine come interferone gamma, interleuchina - 2, interleuchina -12.Riportare il rapporto Th1: Th2 il più vicino possibile ad 1 all'interno della placca psoriasica mediante la somministrazione di citochine Th2 è una tattica razionale ed efficace.

Ma perché è necessario trattare una malattia della pelle che non è pericolosa per la vita per via sistemica invece che con unguenti e pomate?

Solo recentemente c'è stata una presa di coscienza del grande impatto di questa malattia sulla qualità della vita sociale e psichica dei pazienti. Una recente inchiesta del National Psoriasis Foudation ha evidenziato una necessità sconosciuta, soltanto il 26% dei pazienti è soddisfatto delle attuali terapie; un altro studio condotto a Manchester ha rivelato che il 44% dei pazienti preferisce una terapia sistemica all'uso biquotidiano di creme e ungenti poco accettati.

Beneficio clinico a parte, le nuove biotecnologie hanno permesso grandi conoscenze per quanto riguarda il meccanismo etiopatologico e biologico della psoriasi. Forse la psoriasi racchiude varianti clinicamente molto simili ma genotipicamente diverse che potrebbero essere distinte in base alla risposta alle nuove terapie immunologicamente selettive.

The Lancet vol 359 januay 26,2002

Malattia di Meniere: gentamicina intratimpanica aiuta a controllare le vertigini
L'uso di gentamicina intratimpanica può essere di aiuto in pazienti selezionati affetti da malattia di Meniere con vertigini persistenti dopo trattamento chirurgico. Questo trattamento può ridurre la necessità di intervento di neurectomia vestibolare in pazienti con malattia di Meniere refrattaria all'intervento chirurgico sul sacco endolinfatico.

Questi sono i risultati di uno studio retrospettivo condotto presso la Loyola University di Chicago.

Su 68 pazienti con malattia di Meniere, 4 presentarono vertigini ricorrenti dopo intervento chirurgico di asportazione del sacco endolinfatico. A questi pazienti furono praticate una serie di iniezioni intratimpaniche di gentamicina. La terapia con gentamicina ebbe successo in tre su quattro dei pazienti trattati ed un paziente fu sottoposto a neurectomia vestibolare ed in nessuno dei pazienti peggiorò la perdita di udito.

Otolaryngology-Head & Neck Surgery 2002 Vol 126 No 1 pp 31-33

I misteri del medulloblastoma svelati dai genetisti

Nuove ricerche indicano che la prognosi del medulloblastoma può essere predetta dal pattern di espressione genica.Gli effetti collaterali dei trattamenti correntemente in uso per il medulloblastoma includono gravi problemi cerebrali e, soprattutto nei pazienti in età pediatrica sarebbe auspicabile usare le terapie più razionali possibili.I dati degli ultimi studi indicano che è possibile predire la prognosi di un medullobalstoma con sufficiente sicurezza statistica analizzandone l'espressione genica.

Il medullobalstoma, il più comune tumore maligno cerebrale dell'infanzia, è di fatto un gruppo eterogeneo e poco conosciuto di tumori embrionali del cervello. Separare un tipo di tumore da un altro è uno dei problemi fondamentali dell'oncologia ed è particolarmente difficile per tumori cerebrali come il medulloblastoma dove i vari tipi sono molto simili..Il dr Golub e i suoi collaboratori esaminando 6817 geni in 60 medullobalstomi e paragonandoli con i geni del tessuto normale e di altri tumori cerebrali hanno notato di essere capaci di differenziare i medulloblastomi con prognosi peggiore da quelli con prognosi migliore. La tecnica usata ha la capacità di stratificare i pazienti in gruppi di rischio e quindi permette di ottimizzare la terapia. Tuttavia trasferire la tecnica di laboratorio alla pratica clinica presenta ancora difficoltà. Bisognerà attendere lo sviluppo di metodiche immunoistochimiche standard capaci di sostituire il metodo genomico usato nella ricerca per una applicazione clinica pratica.

The Lancet Vol 359.January 26, 2002

I misteri del medulloblastoma svelati dai genetisti

Nuove ricerche indicano che la prognosi del medulloblastoma può essere predetta dal pattern di espressione genica.Gli effetti collaterali dei trattamenti correntemente in uso per il medulloblastoma includono gravi problemi cerebrali e, soprattutto nei pazienti in età pediatrica sarebbe auspicabile usare le terapie più razionali possibili.I dati degli ultimi studi indicano che è possibile predire la prognosi di un medullobalstoma con sufficiente sicurezza statistica analizzandone l'espressione genica.

Il medullobalstoma, il più comune tumore maligno cerebrale dell'infanzia, è di fatto un gruppo eterogeneo e poco conosciuto di tumori embrionali del cervello. Separare un tipo di tumore da un altro è uno dei problemi fondamentali dell'oncologia ed è particolarmente difficile per tumori cerebrali come il medulloblastoma dove i vari tipi sono molto simili..Il dr Golub e i suoi collaboratori esaminando 6817 geni in 60 medullobalstomi e paragonandoli con i geni del tessuto normale e di altri tumori cerebrali hanno notato di essere capaci di differenziare i medulloblastomi con prognosi peggiore da quelli con prognosi migliore. La tecnica usata ha la capacità di stratificare i pazienti in gruppi di rischio e quindi permette di ottimizzare la terapia. Tuttavia trasferire la tecnica di laboratorio alla pratica clinica presenta ancora difficoltà. Bisognerà attendere lo sviluppo di metodiche immunoistochimiche standard capaci di sostituire il metodo genomico usato nella ricerca per una applicazione clinica pratica.

The Lancet Vol 359.January 26, 2002

In Germania preoccupazioni dei medici per l'adozione dei DRG nel sistema di rimborso degli ospedali

I leader dei medici tedeschi hanno duramente criticato la proposta del governo di introdurre un sistema di rimborso a DRG per finanziare le cure ospedaliere.

Il progetto di legge è stato approvato dal Bundestag a dicembre ed attende il suo ultimo passaggio al Bundesrat a febbraio 2002.Con il nuovo sistema,basato su un modello australiano, il governo spera di avere la possibilità di correlare l'uso delle risorse economiche alle entità cliniche e si augura di poter confrontare ospedali e regioni.

La misura rientra nel piano di riforma del sistema sanitario e nel tentativo di razionalizzazione e contenimento della spesa sanitaria. Altri provvedimenti che prevedono l'obbligo dei medici di prescrivere farmaci generici e limitazioni agli onorari dei medici sono ancora oggetto di dibattito.

Dal 01.01.03 gli ospedali potranno aderire al sistema dei DRG volontariamente. Nell'anno successivo sarà obbligatorio aderire alla raccolta dei dati per tutti gli ospedali eccetto quelli psichiatrici. Il budget ospedaliero avrà un incremento di 100 milioni di € nel 2003 e nel 2004 e gli ospedali saranno interamente finanziati con il nuovo sistema dal 2007.

Molte le preoccupazione espresse dai maggiori rappresentati dei medici: dalla paura di un perverso meccanismo di competizione tra ospedali, al timore che i criteri economici prevalgano sulla qualità delle cure.

The Lancet Vol.359 January 26, 2002

Una nuova terapia per l'astenia nei pazienti affetti da sclerosi multipla

Per la prima volta i ricercatori hanno annunciato una terapia efficace nell'astenia che spesso accompagna il corteo sintomatologico della sclerosi multipla. Sono state sviluppate molte terapie per trattare i sintomi della sclerosi multipla, ma poche sono state in grado di produrre un qualche sollievo sull'eccessiva e debilitante astenia che accompagna gli altri sintomi della malattia. Lo studio pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry è opera del dr K.W. Rammohan neurologo presso The Ohio State University Medical Center.

I ricercatori hanno osservato che il Modafinil, correntemente usato contro la narcolessia, può essere efficace nel ridurre l'astenia.

Due dosaggi di modafinil ( 200 mg e 400 mg ) furono comparati con placebo in 72 pazienti affetti da Sclerosi Multipla di età compresa tra 18 e 65 anni. Già 200 mg di modafinil hanno dato incoraggianti successi. L'astenia è stata valutata con 3 scale diverse di valutazione e con tutte e 3 le metodiche sono stati ottenuti risultati concordanti.

Nessun farmaco precedentemente aveva mostrato una simile risposta terapeutica nei trial clinici.

January 25, 2002

Angioplastica sottozero
Una tecnica sperimentale permette di rimuovere aterosclerotiche dalle arterie senza pericolo di nuove occlusioni
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Vecchia medicina nuova terapia?


L'unione di un trattamento chemioterapico standard e della suramin (un farmaco usato fino ad ora per curare le infezioni parassitarie) puo' giovare ai malati di tumore polmonare in fase avanzata.
Fino ad ora il 90% dei malati di cancro polmonare in fase metastatica moriva entro un anno se non curato,ed il 35% riusciva ad arrivare ad un altro anno se riceveva un trattamento appropriato.
Trattando invece i pazienti con sostanze chemioterapiche unite a piccole dosi di suramin si ha un arresto del tumore.
I tumori metastatici producono grandi quantita' di fattori di crescita dei fibroblasti (FGF) che impediscono ai farmaci chemioterapici di avvicinarsi al tumore.
Suramin inibisce FGF e quindi permette ai farmaci di colpire le metastasi.
Il problema e' trovare la giusta dose di suramin che non sia tossica ma che riesca ad essere efficace.
Drug Discovery Today n.24 Dicembre 2001
Soia e tumore


La genisteina e' un estrogeno naturale che si trova in grande quantita' nella soia.
Si e' scoperto che questa sostanza puo' stimolare la crescita di tumori umani causati da estrogeni quail il tumore del seno.
Si consiglia quindi alle donne con un tumore estrogeno-dipendente o con una predisposizione a questo ,di ridurre il consumo di soia o di prodotti che contengono alti livelli di isoflavone.
Lo studio e' stato fatto su topi in cui , dopo aver indotto sperimentalmente un tumore simile a quello umano ,si ha uno sviluppo di questo direttamente proporzionale alla quantita' di genisteina assimilata.
Questi risultati concordano con quelli gia' pubblicati su due riviste specializzate:
Carcinogenesis 22,2001 e Cancer Research 61,2001
Journal of Nutrition,Novembre 2001
Obesita' e neuroni


Il metabolismo energetico dipende dalla regolazione dei tessuti adiposi tramite segnali ormonali o nervosi.
Per studiare l'interazione fra neuroni e cellule adipose e' stata fatta una cultura cellulare in cui in cui accanto a cellule di tessuti adiposi bianchi (3T3-L1) vengono coltivate cellule nervose.
In questo sistema ex-vivo ,la presenza di adipociti aumenta la secrezione di NPY(neuropeptide Y) da parte dei neuroni.
Questo peptide regola l'assunzione del cibo ed alcune funzioni cardiovascolari.
La presenza di insulina,che da sola non influenza le cellule nervose,diminuisce l'aumento di NPY dovuto alla presenza di adipociti.
NPY a sua volta diminuisce la lipolisi e la secrezione di leptina da parte degli adipociti come risposta ad una stimolazione beta-adrenergica.
Cosi' gli effetti di NPY centralmente e perifericamente sono correlati,perche' alti livelli di NPY nel cervello ci inducono a mangiare, mentre parallelamente c'e' una diminuzione della lipolisi nei tessuti grassi.
La comprensione di questa correlazione fra neuroni e cellule adipose e' utile nello studio di obesita' diabete ed altre simili disfunzioni metaboliche.
TRENDS in Neurosciences Vol.25 Gennaio 2002